La Repubblica / Spettacoli
Audrey Hepburn, l’icona infelice: un documentario racconta gli splendori e i dolori della star
Il 25 dicembre su Sky Documentaries la vita, con documenti inediti, di una delle attrici più popolari e amate della storia del cinema
25 DICEMBRE 2021
Una delle attrici più amate della storia del cinema, per il talento, la bellezza unica e fuori dagli schemi che l’hanno resa un’icona e le hanno fatto vincere il primo Oscar a soli 24 anni. Ma chi era la vera Audrey Hepburn ?
Malnutrita da bambina, abbandonata da suo padre e cresciuta sotto l’occupazione nazista in Olanda, Hepburn ha affrontato per tutta la vita una battaglia con i traumi vissuti in gioventù.
La sua storia è raccontata in Audrey, il documentario diretto da Helena Coan, in prima visione il 25 dicembre alle 21.15 su Sky Documentaries (canali 122 e 402 di Sky): non solo la carriera dell’attrice ma anche e soprattutto la donna e le sue istantanee di vita, vissuta non sempre felicemente.
Dal film emerge una personalità complessa, che univa fragilità e forza, un’artista che voleva soprattutto essere amata e che, nonostante la popolarità, incontrò diverse delusioni affettive.
Alla fine della sua carriera, Audrey ha saputo trovare la pace interiore, usando la sua popolarità come ambasciatrice globale per l’UNICEF e compiendo così un cerchio nella propria storia personale : prima vittima di guerra, poi fonte di sollievo per milioni di persone.
Una delle attrici più amate della storia del cinema, per il talento, la bellezza unica e fuori dagli schemi che l’hanno resa un’icona e le hanno fatto vincere il primo Oscar a soli 24 anni. Ma chi era la vera Audrey Hepburn? Malnutrita da bambina, abbandonata da suo padre e cresciuta sotto l’occupazione nazista in Olanda, Hepburn ha affrontato per tutta la vita una battaglia con i traumi vissuti in gioventù. La sua storia è raccontata in Audrey, il documentario diretto da Helena Coan, in prima visione il 25 dicembre alle 21.15 su Sky Documentaries (canali 122 e 402 di Sky): non solo la carriera dell’attrice ma anche e soprattutto la donna e le sue istantanee di vita, vissuta non sempre felicemente.
Dal film emerge una personalità complessa, che univa fragilità e forza, un’artista che voleva soprattutto essere amata e che, nonostante la popolarità, incontrò diverse delusioni affettive. Alla fine della sua carriera, Audrey ha saputo trovare la pace interiore, usando la sua popolarità come ambasciatrice globale per l’UNICEF e compiendo così un cerchio nella propria storia personale: prima vittima di guerra, poi fonte di sollievo per milioni di persone.
Il film è composto da un mix di rare registrazioni d’archivio con la voce della stessa Hepburn, interviste ad amici e familiari e sequenze di danza, il primo e grande amore dell’attrice, nelle quali Audrey è interpretata nei diversi momenti della sua vita da Francesca Hayward (prima ballerina del Royal Ballet) che ha la parte di Audrey all’apice della sua carriera, e Alessandra Ferri (una delle 13 danzatrici ad avere ottenuto il titolo di “prima ballerina assoluta”) che è invece Audrey nei suoi ultimi anni di vita.
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traduction :
Audrey Hepburn, l’icône malheureuse : un documentaire raconte les splendeurs et les douleurs de la star
Le 25 décembre sur Sky Documentaries la vie, avec des documents inédits, d’une des actrices les plus populaires et les plus aimées de l’histoire du cinéma
Le 25 décembre 2021
Une des actrices les plus aimées de l’histoire du cinéma, pour son talent, sa beauté unique et hors des sentiers battus qui en ont fait une icône et lui ont valu son premier Oscar à seulement 24 ans. Mais qui était la vraie Audrey Hepburn ?
Enfant mal nourrie, abandonnée par son père et élevée sous l’occupation nazie en Hollande, Hepburn a fait face toute sa vie à une bataille avec les traumatismes vécus dans sa jeunesse.
Son histoire est racontée dans “Audrey”, le documentaire réalisé par Helena Coan, diffusé pour la première fois le 25 décembre à 21h15 sur Sky Documentaires (chaînes 122 et 402 de Sky) : non seulement la carrière de l’actrice mais aussi et surtout la femme et ses instantanés de vie, une vie qui n’a pas toujours été vécue heureusement.
Du film émerge une personnalité complexe, qui unissait fragilité et force, une artiste qui voulait surtout être aimée et qui, malgré sa popularité, rencontra plusieurs déceptions affectives. À la fin de sa carrière, Audrey a su trouver la paix intérieure, en utilisant sa popularité comme ambassadrice mondiale pour l’UNICEF et en accomplissant ainsi un cercle avec son histoire personnelle : d’abord victime de la guerre, puis source de soulagement pour des millions de personnes.
Le film est composé d’un mélange d’enregistrements d’archives rares avec la voix de la même Hepburn, des interviews d’amis et de la famille et des séquences de danse, le premier et le grand amour de l’actrice. Audrey y est interprétée dans les différents moments de sa vie par Francesca Hayward (première danseuse du Royal Ballet) qui a le rôle d’Audrey au sommet de sa carrière, et Alessandra Ferri (l’une des 13 danseuses à avoir obtenu le titre de “première danseuse absolue”) qui est au contraire Audrey dans ses dernières années de vie.
frederic grolleau
source : La Repubblica / Spettacoli
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